lunedì 9 luglio 2012

Sophie Raimbault//il n’y a pas de titre


Peut-être. Può essere che a capire una città, un luogo, ci voglia tempo, come diceva il poeta-paesologo Franco Arminio, lo scorso 26 maggio presso il Fondo Verri di Lecce, quel tempo necessario per entrare in un luogo e sentirlo respirare dentro, insieme al proprio respiro. Le strade del centro storico sono strette, ma sembrano dilatarsi nella luce soffocante come fossero ombre di De Chirico. I colori sono quelli di una vita, quelli delle pietre e dei venditori che affollano il corso più dei turisti assiepati ad immortalare l’impossibile. Nel mezzo, Sophie Raimbault che dalla Francia, dice, era venuta in Italia, a Lecce, lo scorso anno per sei mesi presso l’Accademia di Belle Arti, ed ora è qui, di nuovo, fra queste strade ammonticchiate l’una sull’altra che si strofinano l’anima fra loro e tutte quelle esistenze di passaggio. Vende quadri, disegni, serigrafie, con un banchetto barcollante ed una scritta su un pezzo di cartone grezzo che recita “Arte Libera...forse”, perché, dice, “Cosa c’è di libero?”. Nelle parole connotate da un italiano incerto, ma sincero, mostra, contratto, il respiro della tradizione filosofica francese, si porta addosso tutto quell’incipit, pesante come un macigno, che Rousseau sprigiona nel suo “Contratto sociale”, che lei esprime tutto in quel “forse”, marchiato con un pennarello nero a ricordare le catene di un mondo sociale a misura di pochi; «L’uomo è nato libero e ovunque è in catene. Chi si crede padrone degli altri è nondimeno più schiavo di loro» (Rousseau). Parla piano, lei, respira e accoglie quello che ha attorno e, forse, ha capito lo spazio di questa città prima di noi stessi, prima di altri che certe strade da sempre le scorrono senza percorrerle mai veramente. Ha capito che l’incertezza del suo banchetto è una libertà che cerca di crescere e far crescere, che accoglie in sé le differenze e queste accolgono lei e le sue rappresentazioni. Ha forgiato i colori con il suo io che diventa un noi, capendo che non si può rappresentare il nulla. Ha capito che qui la luce è sempre troppa luce, e il buio è sempre troppo buio, senza rappresentazioni di sorta, che i contorni sono sempre troppo definiti e mai sfumati, che qui esiste un contrasto sempre troppo netto fra il mondo sotto i piedi e quello sopra le nostre teste, che la città respira a fatica perché è schiacciata da un cielo troppo pesante in quella condizione di infinità che si esprime, ancora, in quei contorni troppo netti, estenuanti. Ha capito che la città è definita, che è come un adesivo appiccicato sul cielo, e teme di cadere, di staccarsi e schiacciarsi al suolo. Ha trasfigurato il barocco, capendo che non si può rappresentare il nulla, ché quando ci si apre all’accumulo forsennato, al moltiplicarsi di facce l’una sull’altra, per esteriorizzare, portare lontano, fuori dal mondo e dalla dimensione umana, è proprio il soggetto che perde e si apre al nulla; come la Santa Croce di Carmelo Bene, fuori, tutto, e dentro il nulla per il dio che non c’è. Ha trasfigurato il barocco in una linearità semplice e netta, come i contrasti, i contorni, i confini precisi fra la città e il cielo. Ama l’arte di Antony Clavé e il tribalismo urbano di Jean-Michel Basquiat, ama la manipolazione timbrica delle stampe artigianali di Le Tampographe. A volte, per capire un luogo è necessaria una prospettiva esterna che arricchisce i nostri sguardi con l’ottica diversa di chi non è assuefatto a questi respiri smorzati. Ha un blog che non ha un titolo, il n’y a pas de titre a ce blog, e non riesce a capirlo: http://ilnyapasdetitreaceblog.blogspot.it/.

Francesco Aprile
2012-07-09








sabato 7 luglio 2012

L'esiliato dei Pazzi


Il Nobilissimo Signore è un refrain nell’Esiliato dei Pazzi, ultimo romanzo di Antonio Errico, ultimo abbandono verso approdi sconosciuti che sanno farsi ascoltare, incontrare e raccontare. Il Nobilissimo Signore è un refrain che accompagna lo scorrimento veloce delle parole, la loro andatura sempre regolata da periodi brevi, incisivi, disarcionati dalla memoria di un romanzo che lo si vuole, o lo si dice, storico, ma che è proiezione delle intimità recondite dell’uomo e del suo porsi alla vita; e per questo è una narrazione che si articola sulla condizione dell’esistenza, il suo andamento, un primato di questa sul pensiero che è sempre nel bilico fra ragione e passione, e mai nel rivolo totalizzante delle condizioni dogmatiche che appestano l’uomo nel mantello sociale. Scrive Antonio Errico che «non esiste parola metafora immagine simbolo figura che possa dire Dio», ma c’è una persistenza, nel romanzo, che tiene unite le parole e gli scorci improvvisi di buio o luce, che tiene insieme le trame del tempo e dell’oggi, e che in questa persistenza riproduce la dimensione della percezione quasi archetipica, ma slegata dall’uso simbolico della rappresentazione di forme di natura o vita, ma che implicita a natura e vita viene fuori come eruzione dalla costruzione del periodo, del narrato, dello scavo nel conoscersi e del riconoscersi in Altro, per aprire le porte dimenticate di sé. Perché Antonio Errico non racconta la vicenda dei Pazzi e dei Medici nella Firenze della seconda metà del 1400, racconta il pittore Niceforo che cerca di catturare la luce e l’indicibile, racconta il Fabbricante di Antonio Verri che si mescola nella storia e dalla storia è rapito. C’è un ritorno di figure che sono indistinte, c’è Antonio Errico e c’è Antonio Verri che è Galateo che incontra l’esiliato e nell’esiliato, tutti, si raccontano. La luce è dimensione preziosa in un pensiero meridiano che abbraccia il sentimento morale dell’umanità di Rousseau e la stretta di mano solare di Albert Camus, e si confonde senza intermezzi nella notte che improvvisa sovviene, nel buio che capovolge e porta altra luce, diversa, di altri incontri stellari che stellati impogono attenzione al lettore e non guardano mai al filo della narrazione, ma al perdersi in questa come tra la dimensione frastagliata delle coste di quell’Europa di Goethe che solo nel mare ha in sé l’apertura,  di questa sotria che è essere nell’altro, mai veramente svelato perché non sembra essere un singolo uomo, ma Altro come dimensione di umanità cercata e vissuta. Il Nobilissimo Signore è quel refrain, quel filo della narrazione che per questo torna, si abbatte e sempre ritorna, come un’onda che frusta lo scoglio e sempre torna nel suo confondersi ancestrale con altre onde che dopo di lei, su di lei arrivano e mischiano come essenze trasfigurate dalla luce, nell’indeterminato narrato di personaggi che, tutti, nell’esiliato hanno voce e cuore.

Francesco Aprile
2012-07-06

Vedo sempre fuoco

Calimera, 13 giugno 1960: ricordo delle tabacchine bruciate durante il lavoro

C’era una donna in un letto d’ospedale. Una donna e le sue urla, il suo dolore. C’era una donna in un letto d’ospedale nel resoconto della giornalista Miriam Mafai, ripreso, dalle pagine della rivista “Vie Nuove”,  all’interno del volume “Il grembiule degli Angeli” curato da Maria Roca Montinaro nel 2002. La giornalista Miriam Mafai ripercorreva, nell’intervento del 1960 intitolato “Bruciate vive sulla via del tabacco”, le vicende delle tabacchine morte durante il lavoro il 13 giugno dello stesso anno a Calimera. La donna, della quale raccontava le urla, lo strazio, il dolore, Lucia Di Donfrancesco, era ricoverata in ospedale in preda all’incubo dell’incendio e ai suoi danni che sarebbero stati irreparabili al punto da portarla alla morte. Sei donne sono morte in quell’incendio. Dagli atti parlamentari della seduta pomeridiana del 14 giugno 1960 emerge che «se vi fosse stata una sola uscita di sicurezza le operaie della ditta Franzo e Villani di Calimera si sarebbero certamente salvate». Scriveva Miriam Mafai: «Mi brucia sempre qui – mormorava la donna indicandomi il petto. Respira a fatica [...] e mi guarda attraverso una immensa lontananza. [...] La donna che mi guarda senza vedermi bene si chiama Lucia Di Donfrancesco [...] Ce ne sono altre due in ospedale: Epifania Cucurachi e Elvira Castrignanò. Quest’ultima tende verso di me il braccio ustionato, stretto ancora nella fasciatura, tenta di alzarsi a sedere e mi grida: Vedo sempre fuoco… Non posso dormire. Vedo sempre fiamme tutta la notte». Nelle pagine che, nel volume curato da Maria Roca Montinaro, sono dedicate alla morte delle sei tabacchine (Lina Tommasi, Luigia Tommasi, Epifania Cucurachi, Lucia Di Donfrancesco, Luigia Bianco e Assunta Pugliese), le foto della raccolta del tabacco raccontano uno spaccato di storia che è preludio alla “immensa lontananza” raccontata da Miriam Mafai, a tutta quella distanza che è figlia di una condizione sociale che se solo fosse stata – e fosse, oggi, con le dovute differenze – supportata da politiche culturali-sociali attente, con lo sguardo mirato all’accogliere, non il profitto, ma la dimensione umana, si sarebbero seminate nel tempo, e decisamente in un tempo minore di quello che ancora si deve attualizzare, le condizioni necessarie al riconoscimento che dovrebbero esser poste come concetto base di sistemi democratici, a partire da quella “dignità” come universalità intrinseca negli individui, nella loro uguaglianza che, nel caso specifico del 13 giugno 1960, come in tanti altri precedenti e successivi, è stata soppiantata, l’uguaglianza e l’umana dimensione, dal principio della prestazione, della concezione del profitto. Il racconto riportato da Miriam Mafai, infatti, è quello di una realtà sociale in cui «Il concessionario si colloca come arbitro e signore tra il Monopolio e il tabacchicoltore, godendo di un privilegio e di un potere assoluti nei confronti di quest’ultimo, e di garanzie e facilitazioni eccezionali dal primo. [...] La benevolenza dello Stato nei confronti della figura del concessionario è dimostrata da un episodio di questi giorni: dopo lunghe lotte e scioperi locali e nazionali, il lodo Zaccagnini ha fissato un aumento salariale alle tabacchine. Ebbene, il Monopolio si è affrettato a corrispondere ai concessionari la somma di lire 3 miliardi a copertura degli aumenti salariali…che ammontano complessivamente ad un miliardo scarso! Tanta generosità non sorprende, quando si sappia che tra i concessionari si contano alcuni illustri esponenti del partito al Governo». Il racconto, troppe volte comune, della dimensione umana soggiogata da quella economica del dominio.

Francesco Aprile
2012-07-06

domenica 1 luglio 2012

Romano Sambati, Lacrimae Rerum

Romano Sambati
Lacrimae rerum

Dal 7 luglio fino al 7 settembre 2012
Lequile, Palazzo Andrioli, piazza San Vito
Orari: 10-12.30; 18-20.30
 
A trent’anni esatti dal percorso di ricerca sul De rerum natura di Lucrezio, Romano Sambati presenta l’ultimo risultato della sua attività pittorica e scultorea. Il nuovo ciclo, che trae il nome da un celebre verso dell’Eneide di Virgilio, Lacrimae rerum, comprende dipinti e sculture realizzati negli ultimi sei anni, dopo che nel 2006 una mostra nella Chiesa leccese di San Francesco della Scarpa aveva offerto alla riflessione del pubblico le facce essenzializzate del paesaggio salentino. Lacrimae rerum, in allestimento presso il Palazzo Andrioli di Lequile, è una discesa nel profondo di uno spazio in cui è bandito qualsiasi elemento di riconoscibilità geografica e in cui appaiono tracce di presenze umane, figure di argilla, in una resa estremamente estenuata, spoglia, che frustra sistematicamente ogni tentativo di lettura familiarizzante.

Due temi ricevono un particolare spicco: gli Angeli senza Dio e gli Angeli senza cielo, che si inseriscono con una cifra stilistica ben caratterizzata all’interno dell’angelografia occidentale, accanto ai discendenti contemporanei degli angeli moderni di Paul Klee. Pitture e sculture che annunciano allo sguardo tracce di una trascendenza metafisica, ‘religiosa’ in senso lato, ma in contrasto essenziale con i modi consueti e codificati di vivere il sacro. “Pittore dell’ombra”, lo definisce Lorenzo Mango: “[…] Sambati sa, come il pittore Wladimir di Rilke, che si può dare corpo sensibile solo al tentativo di figurare l’assoluto, si può guardare dentro l’abisso ma solo vederne l’ombra. Quell’ombra, il riflesso originario e fondativo del mondo, il suo mistero, è tutto ciò che possiamo aspirare di vedere, restando lì, come Wladimir, la faccia sulle mani, nel silenzio della notte, ad ascoltarne il suono lontano”.

Nel saggio che accompagna il catalogo, Emanuele Coppola illustra la novità del linguaggio pittorico di Sambati, tracciando un’analogia con la teologia apofatica: “Apofatica è la pittura che ambisce a inverare una contraddizione: far rifluire nei limiti precisi di un luogo fisico ciò che è oltre il fisico, negando parimenti le soluzioni positivo-costruttive e quelle negativo-distruttive; cosicché, se appare palese la sua differenza rispetto ai vari stili che hanno contrassegnato l’epoca d’oro della figurazione classica, meno scontato ma altrettanto netto è lo scarto rispetto a quella semantica della negazione del mondo, che fiorisce con l’Espressionismo astratto e l’Informale”.

Sulla produzione scultorea Antonio Del Guercio ha parole convincenti: “se considero le sculture […] devo prendere atto del prezioso ‘far della mano’, per dirla con linguaggio settecentesco, che in esse si incorpora. Questa straordinaria sapienza artigianale, quasi all’incontro tra l’esattezza del gesto dell’ebanista e la materialità erotica del gesto del pastaio, appare a servizio di tutti quei dati psicologici e culturali che sono nelle pitture: quasi fossero, queste preziose sculture, anche una sottile elegia sulla scomparsa del fare artigianale popolano. Sospese tra amoroso rispetto di tradizioni popolaresche, memoria struggente della plastica antica e crudele senso d’una perdita irreversibile, le sculture di Sambati aggiungono la loro voce non marginale a quella d’una persuasiva storia di pittura”.

Accompagna la mostra una pubblicazione a metà strada fra il tradizionale catalogo d’arte e lo studio monografico: il volume, edito da Degli Alami, ospita gli interventi di Antonio Del Guercio e Lorenzo Mango, autori di altri contributi critici su Sambati negli anni Ottanta e Novanta, e un saggio di Emanuele Coppola, che ripercorre ampia parte della carriera artistica di Sambati, impostandone un’interpretazione generale. Sono riprodotti ventotto dipinti, ventidue sculture e sei disegni; seguono, infine, una parte antologica (1981-2006), una breve biografia dell’artista ed i consueti apparati bibliografici.




lunedì 25 giugno 2012

1962-2012 – 50 ANNI DI MAIL ART, Montecarotto

COMUNE DI MONTECAROTTO
Assessorato alla Cultura MONTECAROTTO (Italy)

CIVICO MUSEO DELLA MAIL ART

MAIL ART MUSEUM
MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARTE POSTALE

(MAIL ART)

INTERNATIONAL MAIL ART EXHIBITION

1962-2012 – 50 ANNI DI MAIL ART

in omaggio a RAY JOHNSON,

dalla NEW YORK CORRESPONDANCE SCHOOL OF ART
 
 
Da questa felice intuizione ad opera degli artisti americani Edward M. Plunkett e Ray Johnson, che ha dato vita al circuito internazionale piu’ frequentato della storia dell’arte (la MAIL ART), sono trascorsi cinquant’anni. Rapporti, scambi , incontri, interventi, progetti ecc. si sono avvicendati, sempre in un clima di partecipazione attiva e continua, con il superamento di qualsiasi barriera politica e ideologica. Questa “danza” di corrispondenza artistica ha coinvolto e tuttora coinvolge artisti di tutte le Nazioni del mondo che, per celebrare insieme questo importante anniversario, hanno inviato interessanti opere per dare un proprio segno di rinnovata adesione, affetto e riconoscimento ad una “Scuola” che è stata in grado di unire artisti di tutto il Pianeta in una sorta di “racconto artistico collettivo” a testimonianza di un fare arte all’insegna della condivisione, del dono, dell’assoluta libertà.
 
Opere di :
 
400 ARTISTI di 37 NAZIONI:
 
(Argentina, Australia, Belgium, Brazil, Canada, Chile, Costa Rica, Denmark, England, Finland,
France, Germany, Greece, Holland, Japan, Ireland, Israel, Italy, Lettonia, Macedonia, Malaysia, Mexico, Norway, Poland, Portugal, Romania, Serbia, South Africa, South Korea, Spain, Sweden, Switzerland, Turkey, Uruguay, U.S.A., USSR e Venezuela)
 
dal 30 giugno al 29 luglio 2012

Inaugurazione: sabato 30 giugno 2012 – ore 18

a cura di Anna Boschi – Mailartmeeting Archives

con la collaborazione del MUSINF – Museo Comunale d’Arte Moderna e dell’Informazione di Senigallia-AN
Catalogo in galleria con introduzione del Prof. Carlo Emanuele Bugatti – direttore del MUSINF di Senigallia e testi di Baracchi – Baroni – Bleus – Bonanno – Broi – Capatti – Carrera – Daligand – Da Lio – Dall’Acqua – Di Poce-Focardi – Frangione – Janssen – Maggi – Morandi – Romeo.
 
Elenco partecipanti al progetto/participants list :     
 
ARGENTINA
 CLAUDIA AGUSTI-Comodoro Rivadavia; ARS & DESIGN –  – Ciudad de Buenos Aires ;  BACANTES GIULO – (Quilmes 1878) Buenos Aires; RUTH GABRIELA GEMINIANI-C.A.B.A.;  MONICA A. GONZALES –  S.G. Bariloche (8400) – Rio Negro;  HILDA PAZ-Bernal 1876;  SUSANA PICASSO – (C.P. 1876) Bernal ;  ALFREDO ROSENBAUM-Buenos Aires; ILIA RUIZ-Comodoro Rivadavia;  CALIXTO SAUCEDO-Florencio Varela (1888); ALEJANDRO THORNTON –  (1416) C.Aut. Buenos Aires;  MARIA NICOLASA TRIVILINO-Florencio Varela (1888); MONICA VALLEJO-4000 S..M. de Tucuman
 AUSTRALIA
 DENIS MIZZI – Sydney South-Sydney 1235;  FIELD STUDY – C/ DAVID DELLAFIORA – Geelong VIC 3220; TERRY REID-Surry Hills 2010-Sydney
 BELGIUM
 MIA DE CEUSTER-2980 Zoersel; LUC FIERENS –  1982 Weerde -  MICHE-ART-UNIVERSALIS – 2330  Merksplas; SAARTJE STIERS -2000 Antwerpen; Mzia VALERIAN – ANKE VAN DEN BERG – B-2230 Herselt – GUIDO VERMEULEN –  B-1030 Bruxelles; JAN THEUNINCK 
BRAZIL
 MARIA DARMELI ARAUJO – Porto Alegre/Rio grande do Sul ; CECILIA CAMARGO-Mavà-SP; EDSON BUENO DE CAMARGO-Mavà-SP;   CARLOS ZURCK CRUZ – Gloria-Rio de Janeiro; ENI ILIS-Campinas-SP;  ERMINIA MARASCA SOCCOL-Porto Alegre; DORIAN RIBAS MARINHO –  Florianopolis (SC) ; CONSUELO MARGARIDA RUBIO DEBIAGI-Campinas-SP 13085-125; ALEXANDRE G. VILAS BOAS-Guarulhos-SP
 CANADA
 DIANE BERTRAND –  St. Leonard QC H1R 2C6;  R.F. COTE’ – Québec, QC 62A 3C9;  DEWI-Toronto; PETER DOWKER – Lac-Brome Québec J0E 1R0; RAYMOND FURLOTTE-Montréal-QC; LA TOAN VINH – Montréal-QC; PENNY LIM-Vancouver; THEO NELSON-Calgary; SNAPPY-Victoria BC; KATHY TYCHOLIS-Vancouver BC; ALEXANDRE GOMEZ VILAS BOAS-Guarulhos-SP
 CHILE
CATALINA ROZAS-San Joaquin-Santiago del Chile; VICTOR FEMENIAS VON WILLIGMANN – Providencia 7500128
COSTA RICA
TINA SCALZONE – Santa Ana – San José
DENMARK
MARINA SALMASO – DK-1620 Kobenhavn V.
ENGLAND
 KEITH BATES-Manchester;  VICK CULL-Ipswich; MARK GREENFIELD – Newcastle, Staffs, ST5 8ZG ;  PETER A LEIGH – London UK; SIMON WARREN –  TRING HP23 6AN UK ;
 FINLAND
 JARMO SERMILA –  FIN-13100 Hameenlinna ;  PAUL TIILILA-36600 Palkane
FRANCE
 AMBASSADE D’UTOPIA – Guivry; ERIC BENSIDON – Paris; CHANTAL CASAMAYOR DE PLANTA –  Le Petit Piquey 33950 Le Cap Ferret ;  DANIEL DALIGAND-Levallois 92300; MICHEL DELLA VEDOVA –  87000 Limoges;  ACHILLE DE MOEWALD –  77320 Saint-Rémy-la-Vanne;  PATRICIA FIAMMINGO; PASCAL LENOIR-60680 Grandfresnoy;  VALENTINE MARK HERMAN –  F-11130 Sigean ;  NATHALIE PEJAC-Lege Cap Ferret; REMY PENARD – Limoges; VINCENT PONS – 92340 Bourg-la-Reine ; MATTHEW ROSE-75014 Paris; URSU-60160 Montataire; MARIE VAILHE – 33950 Lege Cap Ferret
 GERMANY
 HORST BAUR; LUTZ BEEKE –  14471 Potsdam;  ANGELA BEHRENDT – 30171 Hannover;  HANS BRAUMUELLER – D-20259 Hamburg;  MATTHIAS BRUGGER – 88677 Markdorf;I BUNUS-Ettlingen; SCHOKO CASANA ROSSO-Mildbrandt; PETRA DZIERZON – 10781 Berlin;  ELKE GRUNDMANN – 10585 Berlin;  ROLAND HALBRITTER-Nuedlingen; SUGAR IRMER – 10999 Berlin;  EBERHARD JANKE – Edition Janus  – 13507 Berlin; CARMEN LEWIN STERN-Erfurt; LINDENHOF – 24398 Winnemark; HENNING MITTENDORF – D-60433 Frankfurt/Main;  ANDREW MAXIMILIAN NISS- 25557 Hanerau Hademarschen; PTRZIA TICTAC-Starnberg; WILHELM SCHRAMM – A-6700 Bludenz;       RAINER WIECZOREK – 12053 Berlin; BERNHARD ZILLING-10048 Berlin
 GREECE
 KATERINA ARMENOPOULOS – 11143 – Athens – CHONDROS ATHANASIOS –  Psahna, Evia – MICHALIS KOJSARIS – 30400 Ejoliko ;  EUMORFIA GHIKA RACHOUTI –  Chalkis 34100; KATERINA NIKOLTSOU-Thessaloniki;  MARIA SFIMADAKI – Halkida 34100 Evia
 HOLLAND
 RENEE BOUWS -  1071 RC Amsterdam ;  KO DE JONGE  – NL-4330 GD-Middelburg;  RUUD JANSSEN – TAM – 4801-BB Breda;  PIET FRANZEN – SIDAC  - 2311 HG-Leiden; THE MUSEUM OF INSTANT IMAGES – Mr.Colori – Chaam, NL 4861SE;  ROD SUMMERS/VEC – Maastricht
JAPAN
 RYOSUKE COHEN-Moriguchi City-Osaka 570; KAZUNORI MURAKAMI – Hyogo-kan 677-0005 – KEIICHI NAKAMURA – Shinjuku-ku – Tokyo 161-0034
 IRELAND
 PATRICK ANDERSON-McQUOID –  County Leitrim – MARINA MILETIC – County Leitrim; FRANCIS VAN MAELE – Redfoxpress – Dugort-Achill-Co.Mayo
 ISRAELE
 ALEXEEVA NATALIA – Kiriat-Haim 26119
 ITALY
 ALLIRI SILVANA – Quiliano-SV;  ALTOMARE FILIPPO – Sperlinga-EN; AMATO ANTONIO – Aldifreda-Caserta;  ANDOLCETTI FERNANDO-La Spezia; APRILE FRANCESCO-Caprarica di Lecce; BALDASSINI PAOLA – Milano; BALDESSARI GUIDO – Venezia; BANCHI BOBO-Senigallia-AN; BARACCHI TIZIANA-estre-VE; BARALDINI PATRIZIA  – S.Felice s/Panaro; BARDUCCI PIERO – Bologna;  BARONI VITTORE – Viareggio; BASSO UMBERTO-Barletta;  BATTAGLIA PATRIZIA-Massa Lombarda-RA; BATTISTELLA ELISA – S.Donato Milanese; BELLAROSA MARIANO – S. Donato Milanese;  BELLINI GIULIANA-Milano; BELLINI LANCILLOTTO – Verona; BERGAMINI LUISA-Bologna; BERTOLA CARLA – Torino; BIAGI ROSA – Bologna – BONANNO GIOVANNI – 84126 Salerno; BONARI ADRIANO-Bergamo; BOSCHI ANNA – Castel S.Pietro Terme – BOSSI CECILIA –  Paliano-FR ; BROI GIANNI – Firenze; BUONFIGLIOLI GIANNI-Castel S.Pietro Terme-BO; CABRINI PAOLO – Lasnigo-CO;  CACCARO MIRTA– Dueville-VI;  CACCAVALE ALFONSO-Afragola-NA; CAMPAGNOLO ROBERTA – Vicenza; CAPATTI BRUNO– Medicina-BO; CAPORASO ANGELA-Caserta;  CAPPELLARI GIUDITTA – Vicenza; CAPPELLI GIUSEPPE – 25127 Brescia;  CAPUANO GUIDO –  Ispica-RG; CARACCIOLO ANNA MARIA – Cagliari;  CARANTANI MAURIZIA– Bergamo; CARAVITA LAMBERTO-Massa Lombarda-RA;  CARLETTI ALDA – Corridonia-MC; CASSAGLIA BRUNO– Quiliano-SV; CELSAN FERNANDA – Altavilla-VI; CENCETTI ADALBERTO – Bologna; CERMASI GIANNI – Castel S.Pietro Terme-BO;  CERUTTI VALERIA – Castel S.Pietro Terme-BO; CESELLI MAURO-Grosseto; CIMINO COSIMO-La Spezia; CIVALLERO EMMA-Bologna; COLOMBO CARLA – Imbersago-LC; CONTI MASSIMO-Fano-PU; CORRENTI ENZO – Prato;  CORSITTO CARMELA – Canicattì-AG; COTELLESSA GIULIANO – Pescara; CRAIA SILVIO –  Macerata; CUCINIELLO NATALE-Torre Del Greco-NA;  DAL PRA’ MARIA GRAZIA – Thiene-VI; DAVALLI DANIELE-Castenaso-BO; DAVINIO CATERINA – Lecco – DELLA GIUSTINA SERGIO –  Vittorio Veneto – DE MARCHI-GHERINI ANTONIO-Gera Lario-CO; DENTI GIUSEPPE – Paullo-MI;  DE PANICIS MARZIA-Napoli;  DE STEFANI ADOLFINA– Galzignano-PD; DI GIULIO MAURA-Pollutri-CH;  DIOTALLEVI MARCELLO – Fano;  DI VITA ERALDO-Milano  – DONAUDI GIANNI – Imperia;  ELSA EMMY – Catania; ETTORE TOMAS – Sasso Marconi-BO; FEDI FERNANDA-Milano; FERRANDO MAVI-Milano; FESTUCCIA WALTER –  Roma – FOLLIN MAURIZIO – Favaro-VE – FORMIGONI ROBERTO – Brescia – GALLO GABRIELLA-Favaro V.to – GARAVINI LIA – Forlì – GAVINA CLAUDIO – Milano; GIAMBARRESI NELLA-Roma; GINI GINO-Milano;  GOBBETTI PAOLA – Vicenza; GRANDINETTI CLAUDIO – Cosenza – GRASSO SARAH –  Firenze – IACOMUCCI CARLO – Macerata; IACOVETTI ANTONIO – Pescara; I SANTINI DEL PRETE – Rosignano Solvay-LI; JANDOLO BENEDETTA-Bologna; LATTUCA GIOVANNI – S. Cataldo-CL – LEGGER FABRIZIO – Pinerolo-TO – LENTINI ALFONSO – Belluno – LIMONGELLI PIERPAOLO – Bari – LIUZZI ORONZO – Corato-BA; LUCATO GIAN PAOLO – Bassano Del Grappa – LUCCI GISELLA – Massa Lombarda-RA; LUIGETTI SERSE-Perugia; LUCCI GISELLA – Massa Lombarda-RA; MAGGI RUGGERO – Milano; MALQUORI ROBERTO – Firenze;  MAMPRIN OTELLO – Mestre-VE; MANDRINO FRANCESCO – S.Felice S/P-MO; MARANDO LINA (Mirandolina)-Torino; MARCHESE CARMELO-Roma; MARCHI ROBERTO-Seregno-MB;  MARTINA MARIA GRAZIA – Breganze-VI – MATONE ANNA MARIA –   San Remo-IM – MEDDA ITALO – Quartu S.Elena-BO; MEDOLA MASSIMO –   Bologna – MENGUZZATO LORENZO – LOME -  Trento; MICHELOTTI MONICA-Carrara-MS; MILICI VIRGINIA – Paese-TV; MINGARDI DENISE – Caldogno-VI; MOIO GIORGIO-Quarto-NA; MONTOYA  NURIA -  Olbia – MORANDI EMILIO –  Ponte Nossa-BG – NANNI TERESA – Imola-BO; NEGRETTO GIULIANO – Marghera-VE; NOIA ANTONIO – Prunaro di Budrio-BO; NOYA ANGELA – Roma; PACCHIONI FRANCA-Verona; PELATI LINDA –   Milano; PELLATTIERO MONICA;  PENNACCHI WALTER – Cisterna di Latina;  PERSIANI G. GLORIA –  Roma;  PERTONE SILVANO –   Sestri Ponente-GE; PEZZOLI MARISA-Brescia; PEZZOLI RICCARDO-Brescia; PINKY– Cogoleto-GE ;   PITTALUGA ASSUNTA – Cagliari; POLETTI CARLA – Osteria Grande-BO;  PUCCI CARLO – Bologna;  PUCCI ELEONORA-Vicenza; PUCCI GIANCARLO – Fano-PU; QUINTINI ROSELLA-Civitanova Marche-MC;  REGNICOLI GIORGIO – Santa Maria degli Angeli-PG;  RICCI ROSSELLA-Massa Lombarda; RIVABENE PAOLA –  San Donato Milanese-MI; ROMEO CLAUDIO – Villa Raverio-MI;  ROVEGNO PAOLO – Piacenza; ROVERE WALTER – Bologna;  SASSANELLI ANTONELLA – Colturano-MI; SASSU ANTONIO (Gruppo Sinestetico) – Torreglia-PD;  SBIETTI STEFANO –  Arezzo ; SCALA ROBERTO –  Massa Lubrense-NA;  SCLAUNICH RENATO-Bolzano;   SERGIAMPIETRI DANILO-La Spezia; SEVERINO DOMENICO –  Pompei – SILVI C. FULGOR-Frontone-PU; SPAGNUOLO LUCIA-Civitanova Marche-MC; STARACE SALVATORE-Vico Equense-NA; STRADA GIOVANNI e RENATA – Ravenna ; TERRONE GIAN PAOLO-Saronno-VA;  TORRACO GIUSEPPE LUCA-Foggia; TULUMELLO AGOSTINO -. Montedoro-CL; VERNOCCHI VANNA – Medicina-BO;  VERONESI ROSANNA – Milano; VEZZOLI MAURO- 13043 Cigliano-VC; VIDALI MARINA – Arcugnano-VI;  VITACCHIO ALBERTO – Torino; VITI PIERO – Firenze; ZANONI ROBERTA-Travo-PC;
 ISRAELE
ALEXEEVA NATALIA-Kiriat-Haim 26119
LETTONIA (LATVIA)
ANETE ULMANE – Riga, LV-1048
MACEDONIA
 ZLATKO KRSTEVSKI – 7500 Prilep
 MALAYSIA
 SHAHRUL SAHEE – Faculty of Fine Art – National Arts Culture and Heritage Academy (ASWARA) – 50480 Kuala Lumpur – SUZLEE IBRAHIM – Bandar Baru Bangi – 43650 Malaysia
 MEXICO
 JUAN RODRIGUEZ LOPEZ – colonia insurgentes Durango, Durango
 NORWAY
 JAROMIR SVOZILIK – 0271 Oslo
 POLAND
ROBERT ZNAJOMSKI – 21010 lECZNA
PORTUGAL
 JOSE’ LIBERATO ALMEIDA-Porto; HELDER COELHO DIAS – 2100-519 Faganza/Coruche; LURDES SOUSA-1495-024 Alges;
 ROMANIA
 CRISTINA OPREA – Craiova; OVIDIU PETCA-Cluj-Napoca
 SERBIA
RORA & DOBRICA KAMPERELIC – RadivojaKoraca 6 – 11000 Beograd
SOUTH AFRICA
CHERYL PENN – Glen Anil 4051
SOUTH KOREA
ANTIC-HAM – Seoul 110-200
 SPAIN
PEDRO BERICAT – 50080 Zaragoza ;  DANIEL DE CULLA’ -09006-Burgos; FERRAN DESTEMPLE – Cabrils-08348-Barcelona ;  BARTOLOME’ FERRANDO – 46183 La Eliana-Valencia ; ANTONIO MORENO GARRIDO – 08205 Sabadell (Barcelona) ;  ALICIA GIL-36206 Vigo; FRANCISCO SANCHEZ GIL-Marbella-Malaga; MIGUEL JIMENEZ -  41008 Sevilla; LOUMOND-17811 Girona; ANTONI MIRO’ – Alcoi; BRUNO NEIVA – 15001 A Coruna ;  CESAR REGLERO – 43080 Tarragona; SUSANA RIBUFFO-Madrid 28005
 SWEDEN
TANIA KROSSE – Stockholm;
SWITZERLAND
PETER W. KAUFMANN-Ebmatingen; DARKO VULIC-Boncourt
TURKEY
 CEM DEMIR –  01330 Adana; SABRIYE CELIK-Burhaniye
 URUGUAY
CLEMENTE PADIN – C. Correo C. 1211 – 11000 Montevideo
U.S.A.
REED ALTEMUS – Portland ME 04112 ; DARLENE ALTSCHUL – Woodland Hills CA 91367-5754 ;  DAVID STANLEY APONTE –Philadelphia, PA 19125;  JOHN M. BENNETT – Luna Bisonte Prods., Columbus, OH 43214 ; GUIDO BONDIOLI –  Sweet Home, OR 97386; KEITH BUCHHOLZ;  Buz BLURR – Gurdon (Ark.) 71743-1835; C.T. CHEW/Triangle Post – Seattle, WA 98115; STEVE DALACHINSKY – New York 10012;  MIKE DICKAU – Sacramento, CA 95819-4033; PUNKIE EBERT –  Fairfax, CA;  FACE COMPANY (SWARTZ) – Rochester, NY 14608;  HONORIA-Austin-TX 78703; JAS FOSTER – Winsten-Salom NC 27103; JOHN HELD – San Francisco, CA 94141;  FLEUR HELSINGOR – Oakland,CA;  JENNIE HINCHCLIFF-San Francisco, CA94117;  JENNIFER KOSHAREK – St. Petersburg, FL 33705;   CONNIE JEAN – Titusville, FL 32780; LIKETELEVISIONSNOW – Tamworth NH 03886; LINDA LEVINE – San José, CA 95118;  RUSSELL MANNING – Dallas TX 75211-2513;  DAVID MOHALLATEE – Richmond, Kentucky; THE STICKER DUDE, Ragged Edge Press-NYC; THEO NELSON; ALEXANDRA PHARMAKIDIS – Austin TX 78 702;  OH  BOY, John Tostado – Burbank, CA 91505; PUNKIE EBERT-Fairfax, CA 94930;  MONICA REX-Los Angeles,CA 90066; CANDY SUZY Q REYNOLDS – Oklahoma City, OK 73131;  JOHN GREENDREAM REYNOLDS – Oklahoma City, OK 73131; OTTO DAVID SHERMAN – New York NY 10019-5035;  JUDITH A SKOLNICK – Washington ;  STATE OF BEING – Oberlin OH 44074;  LIANA SWINK – Portland ,OR 97221;  CHRISTINE TARANTINO – Wendell, Massachusetts 01379;  Dr. BARON JOSEPH A. UPHOFF, Jr. –  Colorado Springs, CO 80905 1774 ; VICKI ANGEL, – Pinson, Al 35126-3303; J. WEAVER – Freedom, CA 95019
 USSR
 DMITRY BABENKO –  Krasnodar-80; OT KYDA:RUSSIA-Krasnbix Borcov; NIKOLAI LUKIN –  Odessa 65125 (Ukraine);  OLEINICK OLEG – Odessa 65031 (Ukraine)
VENEZUELA
JOSE’ BRANDO – Maracay Edo Aragua; GUROGA – Estado Miranda
GUROGA (Guadalupe Rodriguez)-Estado Miranda

venerdì 22 giugno 2012

Edoardo De Candia, il tratto selvaggio dei colori delle belve

Il pensée du Midi in Albert Camus, non abbandonarsi alla hybris, al peccato, il senso del limite per non sfociare incondizionatamente né nella ragione, né nella religione, non arrendersi a quel senso tutto europeizzante della catastrofe del vivere, della totalità della ragione. Mantenersi alla giusta distanza, nutrirsi della luce. I colori di Matisse, le belve del fauvismo, le forme allungate delle donne di Matisse, lo strabordare di queste forme, di gambe, braccia, il nudo rosa, corpi distesi danzanti espressione di una dimensione che è affermazione di vita. Edoardo De Candia è sintesi ed evoluzione di tutto questo. Pittore, nato a Lecce nel 1933 e morto, sempre a Lecce, nell’agosto del 1992. Il poeta Antonio Leonardo Verri lo inserì fra i Selvaggi Salentini. I nudi di De Candia sono tratto, sono luce e tormento, espressione di una pittura che è sintesi dell’esperienza selvaggia delle forme e dei colori di Matisse, ma che in De Candia si realizzano, nei nudi, come tratto e desiderio, ritornare a qualcosa di dimenticato, il raccordo con la coperta delle mancanze, dei turbamenti. La gioia del vivere di quello che Verri definì un “Cavaliere senza terra” è raccontata proprio dal poeta di Caprarica di Lecce che in svariati scritti ed interviste tratteggia la figura essenzialmente Midi del penserio e del gesto di De Candia, che si nutre di luce, di sole, di mare, di un bagno che appartiene a chi sa come accostarsi alle acque per districarvisi in un momento di raccordo ad una dimensione silenziosa perché dimenticata, recondita, nascosta nell’intimo della condizione umana, del nuotare in un universo di luce, di calore che accoglie la vita e sostiene la creazione. I nudi di De Candia rendono chiara una sintesi di tutto questo, esulando dal colore delle forme nelle figure di Matisse, si fanno tratto, lucidità di un desiderio che dall’Altro è frustrato, filtrando il tormento nell’essenzialità delle forme che si aprono alla vita, ma che il vissuto personale del pittore traduce in questa sua sintesi estrema, fra l’esperienza del manicomio e l’inesaurita richiesta di vita, nella continua rappresentazione delle forme, dei corpi attraverso cui provare una winnicottiana autoesperienza di sé, attraverso la ricezione del corpo e della sua immagine. Scrive Francesco Saverio Dòdaro, nel volume “Edoar Edoar” curato da Maurizio Nocera per le edizioni Il Raggio Verde nel 2006, che le coperte del letto con le quali Edoardo De Candia, disteso, gioca, sono «un’inquadratura di grande interesse: fotogrammi winnicottiani, connotativi di profonda solitudine, di richiesta d’amore, di protezione maternale. E qui l’aggettivo va ampliato, va vocalizzato tra i lampioni spenti dell’agorà e i camici bianchi della follia. Tra le manette e l’elettroshock. Il gioco delle coperte. E lo sputo. Il rutto. Lo sperma. Tutta da sviluppare la com-prensione». Edoardo De Candia, «una delle figure artistiche più sottovalutate del nostro ‘900» (Egidio Marullo, docente di Storia dell’arte), fu espressione totale dell’arte per l’arte che non si sporca con nulla e continua a generarsi nella purezza della sua luce, nell’incontro mai accantonato, nonostante le vicissitudini, nella continua ricerca di positività che nell’Altro esiste nel possibile delle relazioni sociali. Lucio Fontana, a Milano, si accorse di lui, percependone «il guizzo, la genialità; fino a che trova il modo per mandarlo in Inghilterra, a Londra, presso un college, una buona Accademia d’Arte» (A. L., Verri, Edoardo, un cavaliere senza terra, Sud Puglia, settembre 1988). Ma Edoardo cercava il contatto, come quella parola “Amo” dipinta nel tratto selvaggio dei colori delle belve.

Francesco Aprile
2012-06-22


expoesia visual experimental (mayo-junio 2012)

Nuevo número de la revista digital "expoesia visual experimental" (mayo-junio 2012). 
Curated by Jesus Urbina, Mexico. 

Authors in this number: Sabela Bana, Manuel Almeida E Sousa, Francesco Aprile, Fàtima Queiroz, Daniel Malpica, Bill DiMichele, Luc Fierens, Mario José Cervantes, Raùl Reguera, John M. Bennett, Abril Albarr, Saray Pavòn, Màrquez.