domenica 29 aprile 2012

Il puer è nell'altro

Materiale resistente, la poesia di Claudia Ruggeri
da Il Paese Nuovo, 2012-04-25

Cavami da le piume gli insulti lo sfrenio
la velocità indifferenziata che era danza
o salto, che ormai non muove semplicemente
mi rende probabile
Claudia Ruggeri, lamento dell’uccello colpito, Inferno minore

È possibile un altro silenzio? Una stanza vuota dove riversare se stessi, scrivere versi attorcigliati al volto, alle mani, fare presenza, dell’ignoto, nelle parole. È possibile un discorso diverso, che ruoti attorno ad altro senza connessioni da districare, ma solo con l’impressione che nel verso scaturisce e nel verso s’istituisce? Di Claudia Ruggeri, morta suicida nel 1996, restano una manciata di poesie avvolte in quell’Inferno minore pubblicato da peQuod nel 2006, volume che al suo interno accoglie in apertura i primi componimenti poetici racchiusi in quel lasso di tempo fra i suoi 15 e 22 anni, fra il 1982 e il 1989, altri ancora fra i 23 e i 29 anni, poi la raccolta Inferno minore, che dà il titolo all’edizione curata da Mario Desiati, e le Pagine del travaso, ultimo incompleto sforzo dell’autrice. Nella primavera del 2005 la famiglia ha donato le carte della poetessa all’Archivio Contemporaneo Alessandro Bonsanti del Gabinetto G. P. Vieusseux. Il fondo, si legge nel censimento a cura di Beatrice Biagioli, consta di una scatola al cui interno sono raccolti documenti che accolgono uno spaccato cronologico che va dal 1986 al 2004; di Claudia Ruggeri hanno scritto: Mario Desiati, Enzo Mansueto, Mauro Marino, Rossano Astremo, Donato Valli, Arrigo Colombo, Alessandro Canzian, Stefano Donno, Irene Ester Leo, Walter Vergallo, Antonio Prudenzano e altri ancora. Sul web sono raccolti, da Elio Scarciglia e Maria Teresa Del Zingaro Ruggeri, tutta una serie di documenti, testi critici, un accurato spaccato cronologico, sul sito dedicato alla memoria di Claudia Ruggeri, http://www.claudiaruggeri.it.

In una lettera del marzo 1990, Franco Fortini si rivolge alla poetessa salentina invitandola a ripulire quella che nella sua scrittura era una poesia, nella definizione di Fortini, ingioiellata, ricca di citazionismo, immolata sul pastiche letterario sino allo sfinimento, lungo un percorso di accumulo serrato di figure retoriche, ritmi incalzanti, che incastrati nell’avvicendarsi quasi collassato di tutto un sistema sovraccarico, espongono la poetica della Ruggeri ad una sorta di auto-annullamento in virtù di un soffocamento letterario, quasi a ricalcare il sovrannumero delle facce, delle forme, dei racconti di pietra che nel barocchismo salentino dalle facciate delle chiese si protendono al nulla, nel vuoto dello spazio e della loro disposizione eccessivamente carica, strabordante, oltre il limite ultimo della sopravvivenza delle forme. Si assiste, nell’opera di Claudia Ruggeri, ad una sorta di poetica barocca intagliata in uno spaccato postmoderno dove la citazione, il continuo rimando, per uno sterminato pastiche, tramutano in regola la reinvenzione del linguaggio, attraverso una condizione ridondante della parola. Il plagio, scrive Rossano Astremo su Nuovo Quotidiano di Puglia del 5 febbraio 2007, è “appropriamento dell’immaginario di maestri a lei vicini”, in quella che sembra porsi, nella poetica di Claudia Ruggeri, come una proiezione, un sussistere del linguaggio poetico che in questo si realizza, in un transfert freudiano dove è la proiezione dello sguardo inconscio dell’autrice sul continuo dialogare con quelli che furono i suoi padri letterari, nello spostamento dell’identificazione di una dimensione genitoriale della sua poetica che tende lo sguardo a Dante, Carmelo Bene, Dino Campana, Beckett, Shakespeare, Melville. Nello spaesamento di un dialogo inconsolabile la poesia sanguina, accende una scintilla di conversazione e spostamento nella proiezione di quelli che erano i suoi interlocutori giornalieri, gli autori già citati e altri ancora, in una scansione poetica dell’inconscio umano. C’è un puer che cerca in altro la sua condizione introvabile, in quella dimensione del discorso e del suo messaggio, in un districarsi eclettico tra le forme della narrazione poietica, in quella condizione per cui è lei stessa a tornare vestita dei panni dei suoi padri letterari, per poi rivolgersi in sé, in un ripiegamento dialettico che è travaso e semenza di una proiezione su sé, quando il gioco dei rimandi non può più essere altro e conserva vivida, nell’auto-flessione letteraria, la condizione interiore, di sovrainvestimenti letterari che scendono nel fondo della sua condizione umana.

Francesco Aprile
2012-04-23

giovedì 26 aprile 2012

Il Bene di Campi, omaggio a Carmelo Bene

Omaggio a Carmelo Bene nel decennale dalla scomparsa.

INGRESSO LIBERO E GRATUITO

Relatori: Tonino Caputo (scenografo), Tarcisio Arnesano (ns concittadino)
Moderatore: Ilio Palmariggi
Poeti omaggianti: Giancarlo Serafino, Giampaolo Mastropasqua, Francesco Aprile
Poesie declamate dall'attore Simone Franco, dai poeti omaggianti e da soci dell'Ass. Culturale "Le Meteore" di Campi Salentina
Musiche di sottofondo e omaggi musicali a cura dell'Associazione "Calliope"

lunedì 23 aprile 2012

SCRITTURA VISUALE IN ITALIA

CENT’ANNI DI SCRITTURA VISUALE IN ITALIA 1912 – 2012
dal 5 maggio al 16 settembre 2012

Cent’anni di scrittura visuale in Italia 1912 – 2012. I classici
La Mostra è dedicata agli artisti, tuttora viventi, che parteciparono nel 1973 alla mostra organizzatada Luigi Ballerini alla GAM di Torino. Opere di: Nanni Balestrini, Mirella Bentivoglio, Ugo Carrega, Arrigo Lora Totino, Stelio MariaMartini, Giulia Niccolai, Anna Oberto, Lamberto Pignotti, Sarenco, Gianni Emilio Simonetti, Carlo Alberto Sitta, Rodolfo Vitone.

OM carta e matita.
Disegni di Martino ObertoIn attesa della retrospettiva, vengono esposti alcuni disegni dell’Artista, tra i quali l’Angelo bianco, da poco ritrovato.

Wundernachtkammer Sogno smarrito
Omaggio all’utopia olivettiana–fuori mostra.
Installazione di Lucia Pescador.

Museo della Caralein Ivrea, via Miniere n. 34.

venerdì 20 aprile 2012

Luigi Paolo Finizio, che l’immagine torni a stimolare pensiero




Luigi Paolo Finizio
Elogio dell'astrattismo

62 pp., 10 Euro, ISBN 9788857509150
Mimesis Edizioni


Cos’altro può fornire un campo di assoluta libertà visiva, come può farlo nelle realtà del visibile, dei linguaggi visivi, il campo sempre disponibile ed incondizionato delle forme astratte? Le forme che ci rendono iconico l’aniconico, che ci dispongono all’invisibile tramite il visibile, che attraverso l’attenzione raccolta e consapevole dello sguardo possono volgerci alle traiettorie più nette del pensiero, come alle pieghe più involute dell’inconscio?….A fronte del corrente dominio ostensivo dell’immagine visiva, del suo mediato livellamento, la tante volte sollevata ermeticità dell’astrattismo, il suo necessario bisogno di commento risulta proprio il migliore antidoto immaginativo, l’idonea condizione a far sì che l’immagine torni a corroborarsi di pensiero, a stimolare il pensiero.

Luigi Paolo Finizio, critico e storico dell’arte, ha insegnato nell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, Napoli e Roma e ha tenuto corsi in varie Università italiane. Tra le sue pubblicazioni: L’immaginario geometrico, Napoli 1979; Produzione del senso e linguaggio, Roma 1980; Arte linguaggio e senso, Roma 1986; Il MAC napoletano, 1950-1954, Napoli 1990; L’astrattismo costruttivo-Suprematismo e Costruttivismo, Bari-Roma 1990; Dal neoplasticismo all’arte concreta, 1917-1937, Bari-Roma 1993; Moderno antimoderno-L’arte dei preraffaelliti nella cultura vittoriana, Napoli 2004; Avanguardia a Napoli-Undici dell’astrattismo, Napoli 2010.

giovedì 19 aprile 2012

Andy Warhol. I want to be a machine

Il Castello Aragonese, dopo aver accolto all’interno delle sue possenti mura oltre 150mila visitatori con le mostre di Joan Mirò, Pablo Picasso e Salvador Dalì, ospita le opere di Andy Warhol, il principe della pop art americana.
“Andy Warhol. I want to be a machine”, a cura di Gianni Mercurio, apre la quarta stagione artistica del Castello di Otranto, contenitore culturale gestito dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie e dalla Società Cooperativa Sistema Museo di Perugia, con la direzione dell’architetto Raffaela Zizzari.
La mostra, attraverso circa cinquanta opere provenienti da collezioni private italiane e prodotte da Andy Warhol con la tecnica meccanica della serigrafia, presenta i temi fondanti dell'estetica dell’artista statunitense scomparso nel 1987: mito bellezza-successo (Marilyn), consumismo (Campbell's Soup), simboli tragici (Electric Chair). Inoltre, saranno esposte opere significative come la serie dei Flowers, il Vesuvio (realizzato in occasione del suo soggiorno napoletano grazie al gallerista Lucio Amelio), i simboli del potere (Falce e Martello, Dollar Sign) e altre ancora.

dal 27 maggio al 30 settembre 2012

mercoledì 18 aprile 2012

VISUAL POETRY @ Museo Minimo

VISUAL POETRY

Time: May 15, 2012 at 5:30pm to June 15, 2012 at 8pm
Location: MUSEO MINIMO
Street: via detta San Vincenzo 3
City/Town: Napoli, Italy
Website or Map: http://www.museominimo.it
Event Type: exhibition
Organized By: TIZIANA BARACCHI, ROBERTO SANCHEZ

ARTISTS

Francesco Aprile, Tiziana Baracchi, Piero Barducci, Mariano Bellarosa,  John M. Bennett, Rosa Biagi,  Mirta Caccaro, Lamberto Caravita, Ryosuke Cohen, Michel Della Vedova, Luc Fierens, Maurizio Follin, Gabriella Gallo, Susanna Lakner, C.Mehrl Bennett, Keiichi Nakamura, Rémy Pénard, Cheryl Penn, Claudio Romeo, Roberto Sanchez, Renato Sclaunich, Ptrzia Tictac, Stephanie Turnbull, Reid Wood

martedì 17 aprile 2012

Contrabbando Poetico, per il non ristagno sociale

Tesi. Sono tesi gli animi al giusto accogliere il passato, cristallizzato in consapevolezza in un presente che è corda tesa verso il futuro. Tesi. Sono parole affisse, martedì 17 aprile 2012, a Lecce nei luoghi della non attenzione, nei luoghi preposti all’ascolto che dimenticano la loro funzione e si fondono nel ristagno di una società della frivolezza, della leggerezza estrema ad ogni costo, anche quando tutto va male. Coniugare il contesto storico con la dimensione passata, con la dimensione culturale esautorata.

Tesi. Sono parole affisse un martedì di un 17 aprile 2012, a Lecce, nei luoghi della non attenzione, per reclamare spazi di dialogo, confronto, discussione, per non anestetizzare ulteriormente la narcosi sociale.

Il testo dell’affissione:

Contrabbando poetico. All’azione. Nell’azione. In azione. Per l’azione. New action. Quotidianità e stratificazione. Flusso continuato dell’esistenza. Delle giornate. E dei cieli cancerogeni. Ammantati di niente. Sui nostri occhi. «Mentre le colline passano. E sfumano al cielo rosso della battaglia. Mentre le ore deragliano. Mentre gli oceani s’infrangono. E palpita la vita. Nel caldo petto di una nuova generazione. Armatevi poeti. Delle vostre parole» – ai faccendieri che imbrattano ogni cosa, agli arrampicatori sociali districati in un individualismo borbonico di seconda mano, a chi si destreggia nel discorso pavoneggiandosi non per dialogo e confronto, ma per imporre una schopenhaueriana parvenza di ragione e vittoria costruita sul nulla, agli editorini che speculano sui Poeti violentandone la memoria, agli scaffali che si riempiono di libri solo dopo la morte degli autori, ai poetini della domenica che ingolfano la dimensione culturale in cui viviamo, al loro forzato stringersi la mano ed appiccicare sorrisi falsi e recensioni amorevolmente riprovevoli ovunque capiti, ai giornali che degradano la cultura proponendo mai ricerca, mai avversione, ma solo autorini già ingabbiati nell’oblio dalla loro non scrittura, agli studenti che cambian pelle appiccicando sorrisi ovunque, pronti a saltare da una parte all’altra del carrozzone per racimolare convenienze e occasioni squallide, agli Scurati che marciano su deserti di inediti. Per questo, e per questa nostra terra decapitata dalla sua assenza di peso geo-politico sulla cartina culturale (e non solo), per questa nostra terra venduta dai suoi stessi cittadini come carne da macello, per chi ci ha tolto il futuro con anni di loschi giochi di potere. Armatevi poeti, delle vostre parole. Vogliamo uno spazio culturale come una sassaiola, come grandine, non di temporale, ma di eruttante dinamite, che possa riappropriarsi della sua funzione sociale, di chi scende a sporcarsi le mani, non con gli affari loschi del potere, ma con le parole logore dell’esistenza. Armatevi poeti, delle vostre parole. Armatevi poeti, delle vostre parole. A chi ha perso il clamore di un tempo, a chi non l’ha mai avuto, a chi potrebbe ritrovarlo. Ai Verri, Toma, Bodini, Pagano, Ruggeri, destituiti della loro potenza significante, sostituiti con poetini rancidi, pronti ad elemosinare parole al mercato grasso dei poteri. A loro che poeti sono stati e sono ignorati, perché svenduti da una terra che non li ha mai riconosciuti, sempre pronta a vendersi il culo per le necessità avide di alcuni. A chi ha dimenticato che spingere «gli amici di» è cosa diversa dal proporsi con spirito critico che osserva le cose. Protesta, protesta, protesta. Armatevi poeti, delle vostre parole.
«Grazie per non sostenere la pace sociale. Grazie. Per non sostenere la pace sociale»(cit., Starfuckers)
Contrabbando Poetico
Lecce, 2012/04/04
Per comunicare adesioni scrivere a: contrabbandopoetico@libero.it
Quotidiano, Lecce
Ateneo, Lecce
Ateneo, Lecce
Gazzetta del Mezzogiorno, Lecce
Palazzo Parlangeli, Lecce